Perché a Natale si fanno i regali? Viaggio all’origine di una tradizione millenaria

Perché a Natale si fanno i regali? Viaggio all’origine di una tradizione millenaria

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Un breve viaggio alla scoperta di una delle tradizioni più caratteristiche del Natale: lo scambio dei doni. Bisogna correre su e giù nel tempo, dai Saturnali degli antichi romani fino a Santa Claus, passando per i doni che i Re Magi portarono a Gesù.

Perché a Natale ci si scambiano i regali sotto l’albero? Vi siete mai chiesti da dove arrivi questa tradizione? La risposta va cercata molto lontano nel tempo. Quella delle strenne natalizie, infatti, è un’usanza che ha radici antiche. Nel tempo, si è trasformata, attraversando le diverse culture e religioni, ma ha mantenuto intatto il suo nucleo centrale. Lo stesso che oggi ci porta ad affannarci fino all’ultimo momento per trovare il regalo giusto con cui far contenta una persona a cui vogliamo bene.

I Sarturnali degli antichi romani 

Chissà se lo stesso affanno lo provavano gli antichi romani quando si avvicinavano i giorni dei Saturnali, tra le festività più sentite dell’anno. I Saturnali cadevano proprio nella seconda metà di dicembre, precisamente dal 17 al 24 (come stabilito in età imperiale). In quel periodo, si celebrava l’insediamento nel tempio del dio Saturno e la ricorrenza della cosiddetta età dell’oro. Lo si faceva con una settimana di festeggiamenti in grande stile, che coinvolgevano tutta la popolazione, schiavi compresi, che almeno per pochi giorni potevano comportarsi da uomini liberi. Non si lavorava, non si facevano lotte né guerre, tutto era fermo e in festa. I banchetti si susseguivano ed era incessante anche lo scambio di piccoli doni, chiamati proprio strenne. Tra i regali più frequenti c’erano i cosiddetti Lari, cioè delle statuine raffiguranti le divinità degli antenati defunti, che si credeva vegliassero sulle famiglie. Le analogie tra Natale e Saturnali, però, non si fermano ai doni. Anche gli antichi romani, ad esempio, in quei giorni di festa, addobbavano case ed alberi con simboli colorati.

I doni dei Re Magi nella tradizione cristiana 

L’avvento del cristianesimo portò una trasformazione delle usanze pagane. Rimasero i giorni di festa, ma ne fu rivisitato il senso, così come i riferimenti culturali. I giorni dei Saturnali divennero quelli in cui si scelse di celebrare Natale, Capodanno ed Epifania. E i doni? Divennero simbolo di un episodio narrato nel Vangelo, cioè l’arrivo dei Re Magi a rendere onore a Gesù appena nato. Questi tre sovrani venuti dall’est, secondo il racconto evangelico, portarono al bambino di Betlemme, oro, incenso e mirra. L’identificazione tra i Magi e i regali spiega anche il perché, nei paesi a forte tradizione cattolica, ancora fino a qualche decennio fa, la notte magica in cui ci si scambiano i doni non è quella di Natale ma quella dell’Epifania, il 6 gennaio.

L’avvento di Santa Claus 

Nella maggior parte del mondo, però, la tradizione dei doni natalizi ha subito un’ulteriore trasformazione. Le figure dei Re Magi si sono intrecciate con quella del vescovo San Nicola, vissuto nel IV secolo, a sua volta trasfigurato, nel corso del tempo, in quello che oggi è conosciuto come Santa Claus, cioè Babbo Natale. Secondo la tradizione, San Nicola salvò tre ragazze da un triste futuro di sfruttamento regalandogli una dote che consentì loro di sposarsi. La dote era costituita da sacchi d’oro che gettò in casa loro dalla finestra. Proprio come Babbo Natale fa con i doni per i bambini buoni. Poi, secolo dopo secolo, San Nicola ha perso la sua connotazione religiosa per affermarsi anche nei paesi non cattolici, come un anziano dalla folta barba bianca, vestito di rosso e molto generoso. Oggi tocca a lui girare il pianeta a bordo di una slitta trainata da renne, per continuare ad alimentare la magia del Natale.